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Trapianto di midollo. Se ne parla a Salerano.

 

 

 

 

 

 

Venerdi sera,  a Salerano si è parlato di trapianto di midollo, spesso l’unica possibilità per la cura della leucemia, questa terribile malattia che si presenta in varie forme e che viene diagnosticata soprattutto ( ma non solo) ai minori.

Maristella Abbà, presidente dell’ associazione “Amici di Serena” ha aperto la serata presentando l’ Associazione, strettamente collegata con l’ADMO (Associazione Donazione Midollo Osseo)

La nostra Associazione, ha precisato, oltre a lavorare per diffondere la cultura della donazione, sostiene attività di ricerca nel campo delle malattie infantili, fornisce assistenza temporanea al bimbo malato, organizza le visite dei bambini di Cernobyl  e ha promosso la creazione di un pronto soccorso pediatrico presso l’ospedale di Lodi.

Il dr. Alberto Degiuli, Biologo, responsabile del Centro Donatori di Lodi,  ha spiegato con chiarezza in cosa consiste il trapianto di midollo osseo, sia per il ricevente, sia per il donatore.Ha sfatato i luoghi comuni che spesso spaventano i potenziali donatori. In particolare ha chiarito:

Il midollo che viene trapiantato è OSSEO e NON SPINALE

Non esiste pericolosità nel donare. Ha citato a proposito una statistica fatta su 450.000 donazioni senza che sia stato evidenziato un solo problema. Inoltre, tutti quelli che hanno effettuato l’espianto si sono sempre detti disponibili a ripetere la cosa, in caso di necessità.

Può entrare nella lista donatori chiunque sia in buona salute e abbia un età dai 18 ai 35 anni.  Resterà poi disponibile fino al compimento dei 55 anni .      Il primo passo è una semplice donazione di sangue (tipizzazione)

Per qualunque informazione è disponibile l’ ADMO (associazione donatori midollo osseo) Lombardia al 02.39005367 oppure l’ associazione Amici di Serena al 0371.425001- Informazioni:  WWW.admo.it .  www.amicidiserena.it

La dottoressa Francesca  Avogadro, oltre a supportare il Dr. Degiuli con le esperienze personali di medico di famiglia e di Pronto Soccorso,  ha comunicato la sua disponibilità  a spiegare  le caratteristiche del dono di midollo a chi volesse rivolgersi a lei . Ha poi chiarito, non senza emozione,  cosa significa per un medico dover dire a un proprio paziente, che è ammalato di leucemia.

Sono poi seguite le esperienze di un ricevente e due donatori i quali hanno confermato quanto detto dai medici, aggiungendo particolari personali spesso commoventi.

 

Marco – ricevente : ho dovuto passare due volte dai 30 ai 40 giorni in una camera asettica … …….spero un giorno di conoscere il donatore che ha salvato la mia vita e assicurato un padre a mio figlio …..

 

Caterina – donatrice : una volta che sono stata dichiarata idonea al trapianto avevo paura di ammalarmi, magari solo per un raffreddore, che non mi avrebbe permesso la donazione……. pensavo solo al ricevente, che ovviamente non conoscevo…..dolore ? assolutamente nessuno.

Antonio – donatore : ho donato il midollo a un mio fratello. Di tutti i fratelli solo io avevo il midollo  idoneo…… lo rifarei domani…….

 

 

Un pubblico attento e curioso ha bombardato di domande  i relatori ed ha chiesto alla fine : “Cosa possiamo fare noi che i 35 anni li abbiamo purtroppo superati?”

La risposta è stata corale : sensibilizzare i giovani, direttamente o tramite figli e nipoti. Man mano che i potenziali donatori “invecchiano” diventa indispensabile inserirne dei nuovi.

 

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